Nel prossimo consiglio comunale del 21 febbraio verrà approvato il regolamento per i referendum consultivi.
Ecco come ci siamo arrivati.
Antefatto:
Lo statuto comunale prevede l’istituto del referendum consultivo demandando a un regolamento la definizione dell’ammissibilità, dei tempi e delle modalità organizzative della consultazione. Senza regolamento, quindi, è impossibile indire un referendum e un tale regolamento non è mai stato predisposto, né approvato dal Consiglio Comunale.
Per questo, nel lontano settembre 2014, assieme all’altro gruppo di minoranza, presentammo una mozione che impegnava il Consiglio comunale ad approvare il regolamento. La mozione fu approvata all’unanimità con un emendamento proposto dalla maggioranza. Nella successiva seduta dell’8 ottobre 2014, il Consiglio stesso approvò, all’unanimità, una delibera per l’istituzione di una apposita commissione consiliare Regolamenti, che prevedeva la partecipazione di 6 rappresentanti delle maggioranza e di tre rappresentanti della minoranza, con lo scopo precipuo di predisporre il testo del regolamento per i referendum. In seguito a tale delibera il Sindaco Vezzola chiese ai capigruppo dei gruppi consiliari di designare i rispettivi rappresentanti, designazione che le minoranze Gavardo in movimento e Gavardo Rinasce puntualmente fecero.
Peccato che i rappresentanti della maggioranza non siano mai stati nominati e che a distanza di qualche mese, dietro nostre ripetute sollecitazioni e una apposita interpellanza del nostro consigliere Lauro, ci venne risposto che la maggioranza aveva cambiato idea e non riteneva più utile e necessaria la commissione, ma anzi la riteneva solo una perdita di tempo. E ovviamente la commissione non è più stata nominata.
La situazione attuale
I gruppi consiliari di minoranza Gavardo in movimento e Gavardo Rinasce nell’autunno del 2017 hanno ripreso in mano la questione perché, anche senza un motivo contingente e una necessità impellente, riteniamo necessario che anche il comune di Gavardo si doti di uno strumento di democrazia diretta che renda effettivamente possibile mettere in condizione i cittadini di esercitare un loro diritto fondamentale, e cioè di potersi esprimere direttamente, quando lo riterranno necessario, su questioni particolarmente significative per il nostro paese.
I due gruppi di minoranza partendo da diverse proposte e suggerimenti, tra cui anche quello del Comitato Gaia, hanno predisposto un testo condiviso di regolamento che definisce in maniera precisa tutti gli aspetti che lo statuto ha demandato a questo strumento.
A dicembre l’abbiamo quindi presentato al Vicesindaco chiedendo di verificare se la maggioranza fosse d’accordo a condividere il testo e a concordare il percorso per giungere alla approvazione in consiglio comunale. Ci sono state all’inizio alcune perplessità e forti resistenze da parte della maggioranza, ma, con pazienza, siamo riusciti a superarle.
Nel corso di alcuni incontri della Conferenza Capigruppo si è quindi concordato sul testo del regolamento nella versione da noi proposta, che nel frattempo era stata formalmente e “giuridicamente” vagliata e sistemata dal Segretario Comunale. Si è anche convenuto che verrà portato all’approvazione della prossima seduta consiliare con una apposita delibera di consiglio che metta in evidenza anche la “paternità” dell’iniziativa e il percorso fatto per giungere alla sua approvazione.
I principali contenuti
I referendum, solo consultivi, potranno riguardare solo materie di competenza comunale, con alcune esclusioni, quali il bilancio e i tributi.
Potranno essere promossi dal consiglio comunale, a maggioranza assoluta dei consiglieri, o da almeno il 20% degli elettori alla Camera. I cittadini dovranno costituirsi in un comitato, che, nelle varie fasi del processo, sarà l’interlocutore degli organismi che si occuperanno delle varie questioni connesse al referendum.
Il vaglio definitivo del referendum spetterà a un apposito comitato di garanzia, nominato dal consiglio comunale e costituito da tre persone esperte in materie giuridiche.
Il regolamento definisce anche i vari aspetti procedurali relativi alla raccolta delle firme, all’indizione del referendum, alle modalità di votazione e infine alla proclamazione dei risultati e all’attuazione degli esiti del referendum.
Viene previsto anche un costante raccordo con il Comitato promotore e una precisa informazione ai cittadini.
Conclusioni
Per la verità avevamo proposto anche alcune modifiche allo statuto con lo scopo di rendere ancor più facilmente fruibile e partecipato lo strumento del referendum (le due più rilevanti riguardavano la diminuzione del numero di firme necessarie da raccogliere e l’allargamento del corpo elettorale) ma la maggioranza su questo è stata irremovibile.
Abbiamo comunque preferito non insistere sulla modifica dello statuto comunale così da giungere tempestivamente all’approvazione del regolamento, anche attraverso, un fattivo percorso di condivisione con l’attuale maggioranza. Riteniamo infatti prioritario che il comune si doti finalmente di un regolamento che renda effettivamente praticabile lo strumento del referendum, anziché lasciare che esso rimanga un diritto scritto solo sulla carta ma non realizzabile perché non regolamentato.
Qualcuno potrebbe considerare la questione del regolamento per i referendum consultivi di secondaria importanza, rispetto ad altre tematiche magari più contingenti, ma noi riteniamo invece che questa sia anche una questione di principio e che sia davvero un passo importante per la realizzazione della democrazia e per consentire la libera espressione della volontà dei cittadini su tematiche che li coinvolgono direttamente. E’ per questo che siamo soddisfatti che i nostri sforzi siano riusciti a produrre questo risultato, che in alcuni momenti abbiamo temuto di non poter raggiungere.