Immagine di Gavardo in movimento

Sotto Natale, vanno di moda le commedie paesane. Ne consigliamo una: «La farmacia dei poveretti».

La trama: c’è un servizio municipale che funziona bene, utile da anni per centinaia di cittadini; l’amministrazione civica decide di privarsene, cedendolo al miglior offerente; l’attività finisce nelle mani di un consigliere comunale, che è il vincitore della gara, ma è anche un componente della maggioranza che appoggia l’amministrazione e, soprattutto, da privato, nella sua impresa, subisce la concorrenza di quel medesimo servizio pubblico.

Un po’ come se, a Roma, il governo decidesse di vendere la Rai, lasciandola comprare a un imprenditore concorrente che, guarda caso, è però anche un parlamentare che sostiene il governo stesso e vota le sue decisioni. Per carità, l’imprenditore paga, e pure bene. Sicuramente più dei rivali, altrimenti non vincerebbe la gara. Però, intanto, elimina un concorrente e si appropria del suo mercato. Partendo oltretutto avvantaggiato, in qualità di attore (benché non protagonista, parrebbe), dell’intreccio che porta alla vendita.

Ora, a Gavardo non ci sono tv, ma farmacie sì. Quella di Soprazocco, civica, utile e ben funzionante (come sempre sottolineato da Gavardo in movimento), è stata messa all’asta dall’amministrazione. Il miglior offerente è risultato essere il farmacista di Sopraponte, concorrente sul mercato e consigliere comunale di maggioranza. Qualche problema? Dipende: no, secondo chi governa; sì, per l’opposizione (Gavardo in movimento ha più volte evidenziato le incongruenze della vicenda, chiedendo spiegazioni). E anche per chi è arrivato secondo in classifica.

Entrano in gioco gli avvocati. Il segretario comunale, intimorito, sospende tutto. Il vincitore allora, per sicurezza, rinuncia, fra gli schiamazzi dei suoi sodali («lui avrebbe pagato di più!»). E questa pare essere, per ora, la fine della commedia.

Purtroppo non si trova nei teatri, essendo già andata in scena in municipio.