Gavardo 25 aprile 2019

25 aprile, anniversario della Liberazione. Una giornata per ricordare, con la consapevolezza oggi più avvertita e una coscienza più adeguata ma sempre vivissima di quel che ha significato la stagione drammatica consumatasi in Italia tra il settembre 1943 e l’aprile del 1945. Per rammemorare che combattere e morire nella certezza di un’Italia più giusta e civile, affidandosi alla speranza di generazioni successive capaci di vivere e lottare per un paese migliore, fu l’alto significato che uomini e donne, che oggi qui ricordiamo nel 74mo anniversario della Liberazione, assegnarono alla propria esistenza.
I decenni trascorsi da quegli eventi ci dispongono ad una riflessione più serena e pacata, ma non per questo meno ferma, circa vicende la cui memoria non può essere rimossa. E non solo per riscattare e confermare quelle speranze o per ricordare quanti si dimostrarono così confidenti nella vita, nella forza della vita, che accettarono di scommettere la propria esistenza per l’Italia democratica, per le ragioni più alte, che la vita rendono nobile e degna.
C’è infatti un passato che non può e non deve passare, pena il rischio del suo ritorno e l’abolizione di ogni possibile futuro. Oggi noi ricordiamo quei giorni con una cerimonia sobria, come deve essere, che non abbisogna di clamori o di altisonanti propositi, ma che resta vera e preziosa, nel giorno in cui si festeggia il ricordo della fine della seconda guerra mondiale e, più propriamente, della liberazione dal giogo nazi-fascismo. Ma non dimentichiamo quei nomi e quei volti strappati all’affetto dei famigliari e alle comunità di appartenenza, il loro affidarsi ad un gesto di impegno e di ribellione morale.
Fu questa la condizione esistenziale, la verità tragicamente vissuta da molti giovani, per una scelta di campo in cui poteva bastare un nulla, un passo falso, un impennamento dell’anima, e ci si trovava dall’altra parte. Ma ebbero il coraggio di affermare essere un delitto, una diserzione, l’idea che per sopravvivenza o comodità si potessero perdere le ragioni della verità della vita.

E’ dunque giusto nutrire, oggi, sentimenti di cristiana pietà e laica commiserazione nei confronti dei morti di tutte le parti, di tutti coloro che persero la vita nella guerra di Liberazione. Lo facciamo oggi per Gavardo, abbracciando tutti coloro che in quelle drammatiche stagioni persero la vita.
Penso alla sera del 4 marzo 1945 quando a Provaglio Valsabbia sono uccisi alcuni partigiani, fra i quali il gavardese Teodoro Copponi 19 anni non ancora compiuti. Non sono i nazisti a ucciderlo con gli altri, ma i militi italiani della terza compagnia del Battaglione mobile camicie nere. Teodoro Copponi, di Giuseppe e Guerra Anna Maria, era nato a Gavardo il 7 marzo 1926, celibe, due fratelli, calzolaio, provvisto di licenza elementare; non aveva prestato servizio militare. A lui viene concessa la Croce di Guerra con la seguente motivazione: “Rimasto accerchiato con il proprio reparto nel corso di un duro rastrellamento avversario, si batteva eroicamente anziché tentare la fuga, fino all’esaurimento delle munizioni. Catturato, torturato e condannato a morte, cadeva per la libertà della Patria”.
Qualche mese prima, il 26 agosto 1944 era stato fucilato a Presegno il partigiano Amerigo Bagozzi, di Paolo e Tarolli Olimpia, di 20 anni residente a Soprazzocco di Gavardo, celibe, due fratelli, studente, e non aveva prestato servizio militare. Aveva aderito diciannovenne, nell’aprile del 1944, alla brigata Fiamme Verdi “Giacomo Perlasca”, operante in alta Valle Sabbia. Venne sorpreso durante un rastrellamento con il gruppo comprendente Tita Secchi nell’estate del 1944 e ucciso come detto il giorno 26 agosto.
Il 26 aprile 1945 muore anche Giuseppe Anderloni. Così ricordano i documenti: “Nel pomeriggio di detto giorno 26 aprile venne attaccata una colonna tedesca in ritirata sulla strada Gavardo-Bostone. Raccolti sulla strada tre tedeschi morti mentre gli automezzi attaccati proseguivano con morti e feriti. Furono abbandonate, nello scontro, dal nemico 5 autoblinde. Rimase gravemente ferito trovando poi morte per la libertà della patria Anderloni Giuseppe che lascia la moglie e una piccola bambina”.
La guerra è la vera tragedia. Ricordando che non esiste una guerra giusta, ma solo una guerra che provoca sofferenze, lutti, distruzioni, come per il tragico bombardamento del 29 gennaio, come per chi fu incarcerato ingiustamente, o ha perso la vita combattendo.
E allora ricordo in questa giornata quanti furono ingannati, cedendo per paura o per bisogno di un salario nei tempi della fame. Sono morti per ragioni opposte ai partigiani, credendo in una dittatura senza democrazia, senza futuro, nella quale ancora oggi qualche esaltato vergognosamente si riconosce. Accanto ai partigiani trucidati dai nazi-fascisti ed ai soldati prigionieri nei Lager tedeschi, rinchiusi dopo l’8 settembre 1943, qualche gavardese milita pure nelle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, trovandovi la morte. E’ il caso di Cesare Valperta, nato a Gavardo l’8 giugno 1924 da Agostino, marò della X Mas di Junio Valerio Borghese, ed appartenente al reparto Autocentro Divisionale. Valperta morirà in combattimento a Correggio (provincia di Reggio Emilia) l’8 aprile 1945, a pochi giorni dalla fine della guerra.
Un altro caduto gavardese è Giovan Battista Poletti, bersagliere della Divisione alpina “Monterosa” ed appartenente al 1° Gruppo esplorante divisionale. Era nato a Gavardo l’1 aprile 1922: Poletti si spense alle ore 17 del giorno 28 marzo 1945 in seguito a ferite d’arma da fuoco infertegli nello scontro di Borzonasca, provincia di Genova. E’ sepolto a Rivarolo Mantovano.

E’ pur vero, tuttavia, ed innegabile, che tutte le vite e le tragiche morti sono in realtà diverse, che non si può accettare confusione di sorta tra responsabilità degli oppressori ed innocenza delle vittime, tra chi è caduto per la libertà e chi invece per la dittatura.
Offuscare, o, peggio, rinunciare a questo elementare criterio di giudizio significherebbe sottrarci ad ogni possibile misura del passato, privarci di un fondamentale riferimento morale, sottoporre il primato dell’etica alle alterne vicende della politica, al succedersi di vincitori e di vinti.
Il fascismo fu una tragedia perché imprigionò ed uccise i suoi avversari, perché costrinse all’esilio gli oppositori, perché sciolse i partiti ostili al regime ed abrogò la libera stampa, perché perseguitò gli ebrei e si macchiò della responsabilità di contribuire agli orrori dell’Olocausto, perché trascinò l’Italia nella rovinosa avventura della guerra. Ancora: rappresentò una tragedia perché spinse giovani italiani ad imbracciare le armi, a combattere, a morire per liberare il Paese dall’occupante tedesco, perché costrinse cittadini di una stessa nazione ad odiarsi e ad annientarsi in una devastante guerra civile.
Una persona uccisa è una vittima. Il sangue di tutti gli uomini ha lo stesso colore. La storia, tuttavia, non ci consente di fermarci a questa pur certa verità. Ci costringe ad andare oltre, a guardare alle ragioni delle cose, a capire il senso degli eventi. Nessun patteggiamento è possibile o giustificabile: essa ha già espresso il suo irrevocabile giudizio, ha già distinto per sempre le responsabilità delle parti, i torti e le ragioni.
La ricorrenza del 25 aprile, pena la sconfitta di una perdurante vitalità, non può dunque ridursi ad una occasione in cui si celebra o si elabora un lutto. L’impegno deve essere invece rivolto a riaffermare il significato, a consegnare il nostro cammino ai valori imperituri dell’antifascismo, della Resistenza, del rifiuto della violenza e della ricerca della pace. Quei giovani preferirono la vita di ribelli ed andarono alla morte attingendo insieme, pur provenendo da ambiti diversi, da un’ispirazione che li aveva portati a riconoscersi pur attraverso esperienze diverse e a lottare uniti.
La lotta di Liberazione nazionale non può, né deve essere rimossa, dai pilastri su cui si regge la Repubblica. Essa ha rappresentato un’insopprimibile stagione fondativa, ponendo le basi etiche e politiche per lo sviluppo democratico del Paese, per una pacifica, operosa convivenza associata.
L’Italia ha bisogno di ritrovare le sue radici profonde, di rafforzare un’appartenenza, di riscoprire la propria identità di Nazione intera e indivisibile, di confermare il senso del proprio atto di nascita, di riassaporare il valore della democrazia, dell’accoglienza, della generosità. Quest’ultima ha potuto affermarsi grazie alla lealtà politica, allo spirito di sacrificio, alla passione civile e morale di uomini che si riconobbero in una comunanza di storia e di destino, nonostante la differenza ideale.

Le motivazioni che spinsero quegli uomini a sacrificare, in molti casi, la propria vita per i principi di giustizia, libertà, democrazia possono e – per quanto mi riguarda – debbono indirizzare per l’oggi e per il domani le nostre azioni. Questo credo sia il senso umile e discreto di questa giornata: dalla memoria del passato abbiamo assoluto bisogno per rafforzare l’ispirazione del nostro impegno nel presente, contro ogni violenza e prevaricazione, contro ogni forma di illiberalità antidemocratica.
Perché ciò che è accaduto è ciò che potrebbe ancora accadere. Bisogna difendere i valori di libertà, come intendiamo riaffermare oggi. Non la libertà facile, la libertà della sola pretesa, la licenza o l’arbitrio, ma la libertà dell’assunzione di responsabilità che deriva dall’insegnamento di quanti lottarono contro il nazi fascismo, per un’Italia libera e democratica.
Valori per poterci dire pienamente cittadini italiani ed europei.

Marcello Zane

“Insieme per Gavardo”

Ieri sera all’auditorium Zane, in una conferenza stampa allargata ai simpatizzanti,  c’è stata la presentazione della lista civica “Insieme per Gavardo” e del  candidato sindaco Davide Comaglio. Nel corso della serata, che ha registrato una nutrita partecipazione, il candidato sindaco e i rappresentanti dei vari gruppi che sostengono la lista hanno spiegato le ragioni e le motivazioni che li hanno spinti a dar vita a questo progetto. Progetto a cui partecipa anche Gavardo in movimento. Pubblichiamo qui sotto l’intervento del nostro rappresentante Silvio Lauro.

Intervento di Silvio Lauro, portavoce di Gavardo in movimento alla serata di presentazione della lista “Insieme per Gavardo – Davide Comaglio sindaco”.

Noi di Gavardo in movimento abbiamo deciso di partecipare a questo progetto, alla costruzione cioè di un programma e di una lista alternative, chiaramente alternative alla maggioranza e alle forze politiche che hanno governato a Gavardo in questi ultimi anni. Siamo convinti che Gavardo ha bisogno di una svolta, ha bisogno di dotarsi di una maggioranza solida, credibile, onesta, competente, preparata che provi a risollevare le sorti di questo nostro comune che sono cadute così in basso.

Abbiamo avuto un sindaco che è stato condannato per abuso d’ufficio per fatti commessi come sindaco del nostro comune e he ha subito un’altra condanna anche per altri reati commessi come funzionario nel comune di cui era dipendente. Sindaco che tardivamente, molto, troppo tardivamente ha deciso di dimettersi (e solo per fare un dispetto ai suoi compagni di maggioranza) e che in tal modo ha messo il comune in una situazione davvero poco felice, condannandolo al commissariamento, un lungo commissariamento, quasi un anno, E questa non è una cosa certamente positiva perché significa togliere ai cittadini la possibilità di governare, di decidere, di fare le scelte relative alle questioni che li riguardano direttamente, che riguardano il loro comune; il tutto ovviamente attraverso i loro rappresentanti democraticamente eletti. Adesso c’è un commissario che decide in maniera totalmente autonoma senza un dibattito, senza un confronto con nessuno né con i cittadini né con i gruppi che li possono rappresentare in consiglio comunale.

Questa è la situazione in cui ci troviamo. Gavardo in movimento è convinto che è assolutamente necessario superare positivamente questa situazione, con un radicale cambio di rotta. Ed è per questo che da tempo stiamo lavorando per andare verso questa direzione per realizzare questo obiettivo, per raggiungere questo risultato. In questi ultimi due anni abbiamo fatto un percorso di confronto e di verifica con gli altri gruppi: un percorso che non è stato certamente facilissimo, un po’ accidentato, con qualche momento di oggettiva difficoltà. Alla fine del percorso abbiamo però convenuto, abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per contribuire a creare qualcosa di alternativo. Una lista, come è stato più volte detto, civica, costruita a partire dal supporto, la collaborazione, il contributo dei due gruppi che hanno fatto l’opposizione in comune in questi ultimi quattro anni, Gavardo in movimento e Gavardo Rinasce; ma anche con il contributo di altri gruppi, a partire da quelli che hanno dato vita a Gavardo Rinasce qualche anno fa, e di altri ancora qui rappresentati stasera.

Ma noi pensiamo che sia altrettanto necessario e importante che la lista sia allargata ad altre figure, ad altre persone, a cittadini gavardesi rappresentativi, rappresentanti di quella che normalmente viene definita la società civile; che non fanno parte o riferimento in maniera organica a partiti o gruppi consolidati ma che possono portare un contributo significativo alla costruzione e soprattutto alla attuazione del programma di questa lista civica. Una lista variegata quindi, composta da tante sensibilità, anche diverse tra loro, ma accomunate dalla volontà di lavorare insieme per provare a cambiare volto al nostro paese.

Cambiare nel modo di amministrare, nelle scelte che vengono fatte, che devono essere sempre orientate al bene del comune e della collettività, (sembra una banalità ma negli ultimi anni non è sempre stato così), nei rapporti con i consiglieri e le minoranze, nel favorire la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, della società civile nelle scelte che li riguardano.

Queste le principali motivazioni principale che stanno alla base della nostra scelta. Ma in questa scelta ha contribuito anche l’esperienza che abbiamo fatto in questi anni in Consiglio Comunale. Un’esperienza che è stata importante, significativa, utile e istruttiva pur con tutte le difficoltà che ha comportato svolgere il compito di consiglio comunale di minoranza. Un’esperienza caratterizzata anche da un positivo rapporto di collaborazione con l’altro gruppo di opposizione, Gavardo Rinasce. Pur mantenendo ognuno la propria identità, la propria caratterizzazione (siamo e saremo comunque diversi, non siamo la stessa cosa) abbiamo però collaborato, in maniera seria significativa, con stima e rispetto reciproco, su molte questioni: la fonderia, la cava in Tesio, il regolamento per il referendum, solo per citarne alcune.

Le modalità con cui abbiamo lavorato con loro in questi anni è un latro elemento che ci ha portato e ciò ci ha portato a pensare sempre di più che fosse possibile pensare di lavorare insieme in maniera più organica, partecipando ad un progetto comune. P

Per questo siamo qui: perché noi di Gavardo in movimento ci siamo con Davide Comaglio e con Insieme per Gavardo; ci siamo, insieme con tutti gli altri amici qui presenti, convinti che, insieme, possiamo farcela.

TAV, Grandi Opere e…TV

Da più mesi stiamo assistendo ad una campagna mediatica sul tema della (o del?) TAV (Lione_Torino). Con un primo piano l’estenuante tira e molla tra la Lega e il Movimento 5 stelle su «Tav sì, Tav no».
Quasi tutti gli organi di stampa si sono arruolati, armi e bagagli, nel fronte sì TAV. Le televisioni tutte, senza eccezione alcuna.

C’è stata la famosa ABC (Analisi costi-Benefici) voluta dal governo con annessa valutazione degli eventuali costi in caso di rinuncia alla TAV.

Avete forse visto una trasmissione che illustrasse i risultati di questa Valutazione? O anche solo mettesse in confronto  le diverse posizioni?  Niente di tutto questo.

Il messaggio che è passato è ben altro ( a parte di tacciare di incompetenza i grillini…).

La TAV si deve fare per il bene dell’Italia, perché deve ripartire l’economia (è dal 2008 che deve ripartire …), bisogna far ripartire le Grandi Opere (c’è chi ha tirato fuori di nuovo lo Stretto di Messina!), sbloccare i cantieri fermi (tutti per colpa della TAV? e poi quali cantieri? Non è dato di sapere).

Chi è contro la TAV è contro il progresso e il bene dell’Italia. Punto e basta.

Una campagna martellante, ben orchestrata, che vuol fare diventare senso comune il fatto che l’unica opzione sia fare la TAV e tutte le Grandi Opere, a tutti i costi.

Per fortuna nella società ci sono ancora forze, intelligenze e saperi che si oppongono a questa deriva.

E si trovano domani 23 Marzo a manifestare a ROMA, per dire che quella strada è sbagliata, che le priorità del paese sono ben altre.

Ai nostri lettori vogliamo dare l’opportunità di vedere questa altra faccia della medaglia, non solo quella dei poteri forti. Per poter riflettere e farsi un’opinione propria.

Con due articoli usciti su Il Manifesto.

Il primo di Guido Viale che ricorda che cosa sia effettivamente questa TAV Lione-Torino.

Il secondo di presidente di Lega Ambiente Stefano Ciafani che mette in evidenza quali siano le “Grandi Opere” di cui ha veramente bisogno il nostro paese.

Buona lettura.

A proposito del depuratore del Garda

Pubblichiamo con piacere il comunicato stampa del Comitato referendario Acqua Pubblica sull’impianto di depurazione del lago di Garda. Ne condividiamo lo spirito e le argomentazioni.
Il problema del depuratore coinvolge “due bacini idrografici diversi, seppur contigui, con caratteristiche e peculiarità specifiche”; ambedue presentano una situazione di fragilità ecologica-ambientale “causata principalmente dall’incuria e dallo sfruttamento intensivo per la forte antropizzazione”. Da questa costatazione deve ripartire una riflessione a più voci per un “un disegno di lungo periodo”, che assuma “una visione prospettica nel rispetto dell’ambiente naturale e delle future generazioni”. Inoltre, qualunque decisione in merito non può prescindere da un coinvolgimento diretto di “tutti i portatori di interesse, soprattutto coloro che difendono gli interessi dell’ambiente e dei cittadini”. Buona lettura.

Leggi il Comunicato stampa completo del Comitato referendario Acqua Pubblica

Libertà è partecipazione. Collaborazioni utili e compromessi inaccettabili per il futuro di Gavardo.

Ci piace citare Giorgio Gaber per spiegare il lavoro che Gavardo in movimento sta portando avanti da oltre un anno con l’intento di costruire una lista civica per Gavardo che lavori insieme per il bene del paese senza preconcetti. Gli ultimi sviluppi però ci costringono ad esplicitare alcuni concetti per noi sacrosanti per garantire serietà e trasparenza alla proposta a cui stiamo lavorando.

Ma facciamo un piccolo passo indietro e riassumiamo brevemente le tappe principali di questo percorso:

Più di un anno fa abbiamo iniziato un percorso con il PD di Gavardo, per confrontarci su alcune tematiche di particolare rilievo per il nostro comune. Dopo una serie di incontri tra maggio 2017 e luglio 2018, Gavardo in movimento e il circolo PD hanno prodotto un documento comune e condiviso (leggi qui l’allegato) che oltre a dar conto delle posizioni sui diversi temi affrontati (ambiente e territorio, servizi sociali, scuola, immigrazione, ecc.) rimarca in maniera esplicita la consonanza di massima su tali temi “che consente di pensare che sia possibile costruire un percorso condiviso, anche con altri gruppi o persone interessate, per giungere a una proposta di un programma e di una lista civica unitaria, in ogni caso chiaramente alternativa alle forze che hanno governato il Comune negli ultimi nove anni”.

Il PD ha tuttavia segnalato che Gavardo Rinasce è lo strumento con cui intende “gestire” le questioni amministrative; a settembre abbiamo proposto a Gavardo Rinasce di intraprendere un percorso condiviso per costruire insieme un programma e una lista civica. Una lista alternativa alle forze che hanno amministrato Gavardo in questi ultimi anni, aperta anche ad altri gruppi e persone nuove ma stando attenti a non dare vita ad un “collage” di persone senza molto in comune.

Dopo alcuni mesi di latitanza, di “sì, ma, forse, ci serve tempo… ”, dopo tre incontri e una lettera, alla nostra proposta è stata data una risposta negativa, o meglio, una non risposta e sono state ribaltate le carte in tavola. Buttando al vento tutto quello che avevamo cercato di costruire fino ad ora, ci è stato chiesto infatti di aderire ad un progetto del tutto diverso, non condiviso, ma elaborato e portato avanti unicamente da Gavardo Rinasce. Anche il recente comunicato dell’avvocato Marco Piccoli conferma questo cambio di rotta.

La proposta di Gavardo Rinasce è antitetica alla nostra: esclude anzitutto la possibilità di un percorso condiviso ma prevede solo la adesione a un loro progetto già definito. Ci viene chiesto infatti di aderire ad una serie di scelte già prese e definite: il candidato sindaco, le persone o gruppi da coinvolgere, le possibili alleanze. Ci è stata poi ventilata la possibilità di un accordo, più o meno esplicito, con la Lega che, in cambio della presenza in lista di alcune persone a lei gradite, sembrerebbe disponibile a non presentare una propria lista a Gavardo.

Gavardo in movimento ritiene tutto ciò inaccettabile sia nel merito che nel metodo. Riteniamo in particolare inaccettabile l’ipotesi di un accordo, più o meno sotterraneo o mascherato, con la Lega. Non crediamo sia sufficiente “non lasciare aderire alla lista le persone che hanno governato in passato”.
Il problema, secondo noi, non è Vezzola o i suoi seguaci, il problema non è Bertoloni o i suoi amici, (o almeno non solo); il problema sono le proposte, le idee, i valori, le scelte politiche e amministrative portate avanti dai partiti e dai gruppi che sostengono tali persone.

Noi di Gavardo in movimento concordiamo sull’opportunità di allargare l’alleanza e di coinvolgere persone nuove anche di diverse estrazioni, ma crediamo fondamentale che questo processo avvenga solo sulla base di un’adesione e condivisone di un minimo comune denominatore di valori e proposte. Non è sufficiente solo vincere ma è necessario anche governare in modo serio e stabile.

A noi non interessa salire a tutti i costi sul carro dei vincitori se questo significa venir meno al nostro modo di pensare e praticare l’impegno politico. Non possiamo pensare di lavorare insieme a persone che si riconoscono in gruppi o partiti politici che esprimono valori antitetici ai nostri, che, trincerandosi dietro la questione – certamente reale – della sicurezza, alimentano un clima di odio ed intolleranza, che esprimono sentimenti xenofobi, se non razzisti.

Il PD e Gavardo Rinasce hanno più volte sostenuto di voler creare discontinuità con la precedente amministrazione e di voler costruire un’alternativa alle forze che hanno governato a Gavardo negli ultimi anni. Evidentemente hanno cambiato idea…noi no e crediamo ci sia ancora la possibilità per una soluzione diversa. Invitiamo gli iscritti al PD e i cittadini gavardesi a riflettere sullo scenario che si sta prefigurando.

Allegato: documento finale confronto Gim e Pd

Gavardo in movimento: un percorso condiviso per le prossime elezioni amministrative

Abbiamo avuto modo di leggere quanto uscito sui giornali in seguito alla conferenza stampa organizzata da Gavardo Rinasce in vista delle prossime elezioni amministrative. Quanto riportato conferma quanto ci era stato anticipato in una riunione avvenuta nei giorni precedenti la conferenza ed è in gran parte in linea con le considerazioni che avevamo allora espresso, almeno per quanto concerne gli intenti e il risultato finale che si vuole raggiungere.   Continua la lettura

Acqua Bene comune: Ri-publicizzazione, il ritorno dell’acqua nelle nostre mani

Il referendum del 18 novembre è stato indetto per rivendicare la gestione pubblica dell’acqua. Ma siamo sicuri che la gestione pubblica del SII (Sistema Idrico Integrato) sia la soluzione giusta? Non rischiamo  di avere un servizio magari datato (un po’ superato) meno efficiente e più costoso di quello che potremmo avere con una gestione mista pubblico-privata? Continua la lettura